Nudi e crudi

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Autore: Alan Bennett

Editore: Adelphi 

Pagine: 95

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Trovarsi la casa svaligiata dai ladri è senza dubbio un evento sinistro. Ma se spariscono anche la moquette, il rotolo della carta igienica, il forno e l’arrosto che attendeva lo scatto del timer, è palese che non può trattarsi di un semplice furto. E l’allibita vittima, un avvocato londinese agiato e pedante, ha tutto il diritto di pensare a una beffa del destino, o a una nuova formula di candid camera. Travolti da una realtà truce e idiota, l’avvocato e la sua spenta consorte si trovano ad affrontare un rompicapo di comica suspense, dal quale schizzano fuori colpi di scena turbinosi, mentre il lettore viene guidato verso un’esilarante catarsi di rara crudeltà.

Cosa ne penso

Questo brevissimo romanzo di Alan Bennett, che sarebbe più corretto definire racconto o novella, presenta al suo interno tutti gli elementi che caratterizzano la scrittura dell’autore: la comicità britannica, l’ironia intrinseca nelle scene surreali e una velata -ma poi nemmeno così velata- e canzonatoria critica alla borghesia inglese. 

I protagonisti di questa storia sono due coniugi: un pignolo e affermato avvocato inglese e la sua borghese e puritana consorte. Il furto, anzi, la sparizione di tutti gli oggetti dalla loro casa (compresa la carta igienica) getta nello sconforto i due malcapitati e offre lo spunto narrativo, brillante e originale, per evidenziare il bigottismo nel quale la coppia ha sempre vissuto. Un piccolo regno perfetto al riparo dalla mediocrità, dalle violenze sociali e dagli istinti sessuali che caratterizzano la realtà sociale.

Sino a questo punto, a mio avviso, l’opera è ineccepibile e la struttura narrativa, così come la prosa, presenta tutti i tratti che contraddistinguono la creatività e il genio di Alan Bennett. Ma a differenza di altre sue opere, “Nudi e crudi“, in un’inspiegabile fretta di concludere presto, lascia troppe lacune, troppe riflessioni lasciate incompiute. Il dramma dei coniugi Ransome viene freddamente esposto senza riuscire davvero a suscitare nel lettore divertimento o scherno per la comoda ma in realtà povera esistenza dei due sventurati. 

Persino sul finale, ancor più grottesco, l’autore prende una via traversa per concludere una storia dal grande potenziale rimasto perlopiù inutilizzato. Infine, la figura della signora Ransome, che per tutto il racconto sembra essere sul punto di cambiare rotta, sembra essere desiderosa di uscire da quel torpore conformista e perbenista, resta inesplorata e non delineata a sufficienza. 

In “Nudi e crudi“, nonostante l’ottima premessa e partenza, mancano quel guizzo e quel colpo di genio che Bennett ci ha fatto conoscere in altre suo opere come nel meglio riuscito “La sovrana lettrice” (qui la recensione).

Nudi e crudi” resta una buona commedia, una lettura d’intrattenimento ma che, purtroppo, non lascia il segno e non scuote il lettore. 

VOTO: ⭐️⭐️⭐️/5 (3/5)

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