Finché il caffè è caldo di Toshikazu Kawaguchi

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Autore: Toshikazu Kawaguchi

Editore: Garzanti

Pagine: 192

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Un tavolino, un caffè, una scelta. Basta solo questo per essere felici.

In Giappone c’è una caffetteria speciale. È aperta da più di cento anni e, su di essa, circolano mille leggende. Si narra che dopo esserci entrati non si sia più gli stessi. Si narra che bevendo il caffè sia possibile rivivere il momento della propria vita in cui si è fatta la scelta sbagliata, si è detta l’unica parola che era meglio non pronunciare, si è lasciata andare via la persona che non bisognava perdere. Si narra che con un semplice gesto tutto possa cambiare. Ma c’è una regola da rispettare, una regola fondamentale: bisogna assolutamente finire il caffè prima che si sia raffreddato. Non tutti hanno il coraggio di entrare nella caffetteria, ma qualcuno decide di sfidare il destino e scoprire che cosa può accadere. Qualcuno si siede su una sedia con davanti una tazza fumante. Fumiko, che non è riuscita a trattenere accanto a sé il ragazzo che amava. Kotake, che insieme ai ricordi di suo marito crede di aver perso anche sé stessa. Hirai, che non è mai stata sincera fino in fondo con la sorella. Infine Kei, che cerca di raccogliere tutta la forza che ha dentro per essere una buona madre. Ognuna di loro ha un rimpianto. Ognuna di loro sente riaffiorare un ricordo doloroso. Ma tutti scoprono che il passato non è importante, perché non si può cambiare. Quello che conta è il presente che abbiamo tra le mani. Quando si può ancora decidere ogni cosa e farla nel modo giusto. La vita, come il caffè, va gustata sorso dopo sorso, cogliendone ogni attimo.
Finché il caffè è caldo è diventato un caso editoriale in Giappone, dove ha venduto oltre un milione di copie. Poi ha conquistato tutto il mondo e le classifiche europee a pochi giorni dall’uscita. Un romanzo pieno di fascino e mistero sulle occasioni perdute e sull’importanza di quelle ancora da vivere.

Cosa ne penso 

Come si può appurare dalla sinossi, questo romanzo parte da una premessa molto originale e che attrae immediatamente il lettore. Una caffetteria in cui è possibile ritornare in un preciso momento del passato e riviverlo, pur senza la possibilità di cambiare il presente. 

La narrazione si snoda attraverso quattro parti. In ognuna di queste parti il protagonista è uno dei personaggi del romanzo. Pur non potendo e non volendo spoilerare, posso comunque dire che il pathos è via via crescente nel corso dei racconti. Si parte da una tipica e travagliata storia d’amore giovanile, fino ad un salto nel futuro (si, è possibile anche andare nel futuro) assistendo all’incontro di una madre con sua figlia. 

La narrazione è parecchio veloce e scorrevole; le scene sono molto ben studiate e programmate con un perfetto filo logico. In questo si riconosce che l’autore del libro è prima di tutto un regista. 

A differenza degli altri romanzi giapponesi nei quali la narrazione resta quasi sempre superficiale, flebile, fatta di quella riconoscibilissima eleganza nipponica nello scrivere e nel raccontare le vicende della vita, “Finché il caffè è caldo” presenta una prosa più pragmatica, forse anche meno raffinata, senza quella patina che rende i romanzi giapponesi così riconoscibili: sfuggevoli ma profondi al tempo stesso. In questo caso l’opera è più concreta al punto che la si riesce ad immaginare facilmente sul grande schermo. 

Finché il caffè è caldo” è una lettura breve e gradevole che saprà regalare preziosi spunti di riflessione a chi, come i protagonisti del romanzo, desidera rivivere un episodio del passato, non per correggerlo e nemmeno per modificarlo, ma semplicemente per viverlo nel migliore dei modi e così accettarlo. 

VOTO: ⭐️⭐️⭐️⭐️/5 (4/5)

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